Cresce il numero dei contagi; con la diffusione del virus che per la prima volta dopo sei settimane torna superiore all’1 a livello nazionale il Governo italiano pensa all’introduzione di un’ulteriore stretta: se l’incidenza settimanale dei casi è superiore a 250 ogni 100mila abitanti scatta in automatico la zona rossa.
La pressione sugli ospedali, sia nei reparti ordinari che in quelli di terapia intensiva, cresce e si fa sempre più consistente l’ipotesi di un nuovo provvedimento che entrerà in vigore già da sabato 16 gennaio.
Ad oggi, la situazione segnala zona arancione per sabato 9 e domenica 10 gennaio; da lunedì 11 a venerdì 15, invece, solo Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Sicilia e Calabria passeranno in zona arancione, mentre tutte le restanti regioni resteranno in zona gialla.
L’idea, però, è quella di cambiare le misure anti-contagio sull’intero territorio nazionale istituendo maggiori restrizioni per gli spostamenti, sia tra regioni, sia tra Comuni. Una delle ipotesi è quella di vietare qualsiasi spostamento tra regioni, incluse quelle in fascia gialla.
L’ipotesi al momento è di estendere quanto già previsto dall’attuale Dpcm (coprifuoco dalle 22 alle 5, chiusura di palestre, piscine ecc.) prendendo a prestito anche alcune delle misure introdotte per il periodo natalizio, come il divieto degli spostamenti tra Regioni (quindi anche quelle in fascia gialla), l’estensione del week-end in arancione, che comporta la chiusura di bar e ristoranti e l’impossibilità di recarsi fuori del Comune di residenza. È invece ancora aperta la discussione se confermare o meno la possibilità di muoversi una sola volta al giorno in massimo due persone per andare a trovare parenti e amici, nell’ambito della regione se gialla, solo in ambito comunale se arancione o rossa.
Restano attive le ormai note deroghe: sì agli spostamenti per motivi di lavoro, salute, comprovata necessità o urgenza, con relativa autodichiarazione. Quanto agli spostamenti tra Comuni, nelle regioni arancioni dovrebbe rimanere valido il divieto di spostamento tra città diverse, salvo deroghe.
Per quanto riguarda le scuole, come è ben noto il Consiglio dei Ministri ha posticipato a lunedì 11 gennaio la riapertura; ma quasi tutte le regioni (Lazio compresa) hanno deciso di rinviare ulteriormente la scadenza, chi al 18 gennaio chi al 25 e chi al 1 febbraio.
Non è affatto escluso, dunque, che l’esecutivo decida di intervenire nel nuovo Dpcm e posticipare il ritorno in classe almeno al 1 febbraio, per evitare che ogni regione vada in ordine sparso.
Un incontro tra il governo e le regioni non è ancora stato fissato ma è probabile che si tenga all’inizio della prossima settimana in vista della scadenza del Dpcm il 15 gennaio.
