Hanno speso soldi, tanti, per adeguare le loro palestre e i loro centri sportivi alle nuove disposizioni governative, al fine di renderli più sicuri; c’è pure chi si è dato cura con sollecitudine di organizzarsi con prenotazioni, elenchi, percorsi protetti, arrivando persino a limitare gli accessi, attenendosi scrupolosamente alle indicazioni, alle linee guida, ai protocolli. Credendoci davvero, credendo che fosse possibile continuare a lavorare. E invece, adesso, si sentono invisibili, ignorati, dimenticati. E hanno voglia di protestare e di gridare tutta la loro angoscia e disperazione di chi si è ritrovato a chiudere attività e progetti con l’ultimo DCPM del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Istruttori, insegnanti, gestori di palestre, associazioni sportive. Un mondo di lavoratori in tuta che, dopo il primo lockdown, adesso non sa davvero se sopravviverà.
anagnia.com ha incontrato alcuni di loro, rivolgendogli qualche domanda.
Partiamo da Virginia Fiorini: è la titolare della Evolution Studio Fitness che ha sede in località Osteria della Fontana di Anagni; più che un centro sportivo, Evolution – ormai da diversi anni – è un punto di riferimento per tanti sportivi anagnini e non solo.
“Mi sento usurpata del mio lavoro – spiega Virginia – non abbiamo avuto nemmeno il tempo di organizzarci, non avremo neanche modo di recuperare tutte le spese fatte; quest’ultimo DCPM è un vero e proprio affronto non solo al nostro lavoro ma anche alla passione per l’attività fisica di quanti ne hanno fatto uno stile di vita”.
Come persona – e non in qualità di titolare della palestra – è d’accordo con questa decisione?
No, non c’è una ragione per cui le palestre debbano chiudere. Sono luoghi sicuri, sanificati, puliti, ove vengono svolte discipline nel rispetto dei protocolli e con regole molto restrittive. All’interno delle palestre il soggetto viene tracciato e controllato. I ragazzi stando in un luogo controllato come la palestra, evitano di stare in giro. Nelle palestre non si sono registrati focolai.
Come agirà in conseguenza di quanto stabilito dal nuovo DCPM?
Rispetteremo le norme e, puntando ad una futura riapertura, cercheremo di garantire, come è stato fatto finora, la sicurezza.
La pensa esattamente allo stesso modo Nicola Laviola della palestra Moving di Frosinone: “questa chiusura provocherà danni importanti. Se si riaprirà dopo un mese, il danno sarà doppio, poiché nel periodo natalizio nessuno si iscriverà”.
Lei, ci pare di capire, non è d’accordo con la scelta del Governo di chiudere le palestre…
No, affatto. I centri sono tutti a norma, in particolar modo parlo del mio, poiché lavoriamo con il singolo facendo sedute individuali, lavorando con una persona ogni ora.
Anche a Matteo Santangeli del centro M Studio Fitness di Colleferro abbiamo chiesto quali sono i danni che questa chiusurà determinerà alla sua attività.
“Innanzitutto danni a livello economico – ci ha risposto – inoltre anche l’immagine della palestra ne risentirà, poiché si potrebbe lasciar pensare che le palestre sono un luogo di facile contagio”.
Lei crede che la Sua palestra abbia rispettato tutte le norme anti-Covid e che avrebbe potuto restare aperta?
Certamente, in particolar modo nel mio caso, avendo un centro di personal-trainer. Non c’è nessuna possibilità di contagio poiché tra l’altro non c’è neanche un via-vai di gente. Comunque, non solo la mia ma nessun’altra palestra avrebbe dovuto chiudere.
Hanno dato una settimana di tempo per mettere a norma tutte le palestre, dopo questa sono stati fatti i controlli, e nessuna è risultata fuori ordine. Nonostante il risultato è stato deciso di chiudere”.
Gianni Mantella è titolare della palestra 300 Spartan Gym, che ha sede sulla via Anticolana, ad Anagni: “a prescindere dai danni economici – ci ha detto – credo che la salute ne risentirà in particolar modo, sia dal punto di vista fisico, sia che da quello psicologico”.
Secondo Lei le palestre sono realmente un luogo di contagio?
Potevano esserlo prima, ma dopo il lockdown di marzo ci siamo messi in regola, facendole diventare così un luogo sicuro.
Viviana Scarselletta, titolare assieme al marito Davide della storica palestra anagninaSmile Fit by New Big Body ci confessa che si aspettava un provvedimento del genere: “quello che non ci aspettavano – afferma – è quello di essere considerati come un settore superfluo”. “In ogni caso – ha aggiunto Viviana – ci stiamo organizzando per tenere lezioni all’aperto”.
Annarita Pontecorvo, titolare del centro Blue Fitness in via Cerere Navicella, ha visto crescere intere generazioni di ragazzi anagnini grazie alla sua attività di istruttrice di danza: “pur essendo consapevole della necessità di contenere l’emergenza sanitaria – spiega Annarita ad anagnia.com – non penso che le scuole di danza possano essere considerate al momento come un veicolo del Covid19. Anzi, sono convinta che tutte le scuole d’Italia, compresa la mia, si siano adeguate strettamente ai protocolli che sono stati loro imposti dal Governo; tra l’altro, credo che non sia affatto nell’interesse – né morale né economico – di nessuna di queste scuole mancare di rispetto a questi protocolli, consentendo così – di fatto – la diffusione della malattia”.
Con che tipo di difficoltà vi siete trovati a fare i conti nell’ultimo periodo?
Le difficoltà sono state diverse e di diverso tipo e non soltanto di tipo economico; parlo per mia esperienza personale: le difficoltà che avevo fino a qualche giorno fa, quando ancora la mia scuola era aperta, era quella di motivare i ragazzi nonostante la mancanza di una finalità di spettacolo per la quale sovente i ragazzi lavorano; mi riferisco al saggio finale, che tradizionalmente si tiene all’inizio della stagione estiva.
Dunque, la difficoltà sta anche nel motivare questi giovani a lavorare lo stesso, dandogli una prospettiva molto lontana rispetto a quella che veniva data loro negli anni passati…
Esatto, sì. In secondo luogo, ora diventa ancora più difficile tenerli legati all’arte, alle attività, non farli demotivare potendo fornir loro solo una prestazione a singhiozzo e non potendo essere chiari su come e quando ricominciare. Le scuole di danza erano un punto di riferimento importante a livello formativo per tantissimi giovani; ora questi stessi giovani stanno perdendo questo punto di riferimento, così come stanno perdendo tanti altri importanti punti di riferimento…
interviste realizzate da Diletta Turrini