Sulla vicenda della Polveriera molte cose ci sono da dire e da ricordare ma ciò che sintetizza quanto accaduto negli ultimi venti anni è l’indifferenza e l’incuria, da parte di tutte le amministrazioni che si sono succedute, verso un BENE COMUNE dalle caratteristiche uniche che appartiene a tutti i cittadini.
Tale colpevole atteggiamento ha portato all’ultima drammatica vicenda degli incendi delle passate settimane che hanno devastato l’area, con danni molto gravi alla vegetazione e alla fauna selvatica, vanificando gli effetti del ripopolamento di qualche anno fa, nonostante i numerosi richiami delle Associazioni locali sulla necessità di interventi di manutenzione ordinaria dell’area.
Al contrario, nel corso dei decenni di appartenenza del sito alle autorità militari non si erano mai verificati eventi di tale gravità, proprio per la loro attenzione alla cura del territorio, mentre ora i Carabinieri di Anagni debbono mettere sotto sequestro preventivo l’area di proprietà comunale e i materiali di varia natura eventualmente presenti, a disposizione della Procura presso il Tribunale di Frosinone.
E’ evidente a tutti noi che, in questi ultimi anni, stiamo assistendo ai primi effetti delle mutate condizioni climatiche del Pianeta , caratterizzate da eventi estremi, temperature torride, siccità, ventosità distruttiva. L’unica possibilità di mitigazione di tali fenomeni è la tutela delle aree verdi, minimamente antropizzate, che ogni ente locale e ogni cittadino hanno il dovere di promuovere.
Invece, nel caso della Polveriera, si rincorrono periodicamente notizie di progetti di destinazione d’ uso estranei alla natura del luogo, preoccupanti e pericolosi, perché non rispettosi dell’ ultima area verde di campagna anagnina ancora preservata da interventi devastanti per l’ ambiente e dannosi per la tutela della salute della popolazione locale e dei comuni limitrofi.
Ma l’incapacità di progettare e realizzare le molte possibili destinazioni di uso è ed è stata del tutto evidente, nonostante le molte articolate proposte, sostenute da documentazioni scientifiche, elaborate dall’Associazione Anagni Viva con altre associazioni attive anche nei comuni limitrofi.
A partire dai primi anni 2000, infatti, furono presentati diversi progetti di destinazione d’uso della ex- Polveriera, raccolti in un dossier presentato ai cittadini e alle autorità in un convegno del 2014.
Progetti elaborati anche in collaborazione con l’Università della Tuscia di Viterbo, compatibili e rispettosi della vasta area, studiati e tesi a renderla fruibile alla popolazione senza incidere sul consumo del suolo e tutelando l’ecosistema del territorio.
Il progetto complessivo resta tuttora valido e a disposizione anzitutto dell’Amministrazione Comunale per avviare una seria e credibile discussione sulla destinazione dei 187 ettari della ex-Polveriera, richiesta avanzata anche nella puntuale ricostruzione della vicenda ricordata nel comunicato di LEGAMBIENTE, che ha sempre collaborato al lavoro di progetti motivati e possibili per impedire l’ ulteriore colpevole degrado di una risorsa unica nel suo genere e realizzarne finalmente le potenzialità a totale beneficio dei cittadini.
Ora, in attesa di conoscere i risultati delle indagini dei Carabinieri Forestali sugli eventi recenti, auspichiamo fortemente, da parte dell’Amministrazione Comunale e degli altri enti competenti l’applicazione della legge 353/2000 del 21.11.2000 riguardante la tutela delle aree colpite da incendi.
nota a cura dell’Associazione Culturale Anagni Viva, per la tutela del Patrimonio storico, artistico e ambientale